Elettore di Baviera. Nipote di Massimiliano II, figlio dell'elettore Carlo
Alberto di Baviera (futuro imperatore Carlo VII) e di Maria Amalia d'Asburgo,
succedette al padre sul trono elettorale nel gennaio del 1745. Nell'aprile del
medesimo anno, pur fra le polemiche di coloro che avrebbero preferito la
continuazione della contesa, pose fine alla guerra di successione austriaca,
concludendo la pace con Maria Teresa d'Austria. In cambio del riconoscimento
dello
status quo ante bellum e della conferma del titolo ereditario in
Baviera, egli rinunciava ad ogni pretesa sui territori asburgici e sulla corona
imperiale. In politica interna impostò la sua azione in armonia con le
tendenze illuministiche del tempo: secondo i principi del mercantilismo
curò lo sviluppo economico, riordinò le finanze dello Stato e la
codificazione del diritto. Promosse inoltre le scienze e le arti e mise
l'istruzione elementare sotto il diretto controllo statale, rendendola
obbligatoria. In campo religioso mantenne un atteggiamento di moderata
tolleranza, concedendo libertà di culto ai protestanti e operando un
certo controllo sulla Chiesa cattolica. Tuttavia non riuscì a sottoporre
il clero e la nobiltà a maggiori tassazioni poiché le due classi
privilegiate ricorsero all'imperatore per conservare i loro privilegi fiscali. A
lui si deve inoltre l'istituzione dell'Accademia delle scienze di Monaco (1759).
Non avendo eredi diretti e terminando con lui il ramo bavarese della casa dei
Wittelsbach, si accordò con il cugino Carlo Teodoro del Palatinato
perché assumesse il titolo e impedisse interferenze esterne nella
successione in Baviera (Monaco 1727-1777).